Chi istruisce deve entrare nell’anima di colui che viene istruito, deve entrargli dentro perché impari. Chi viene istruito non deve solo registrare nuove conoscenze; anche, ovviamente. Chi viene istruito deve imparare, il che significa imparare ad imparare, scoprire se stesso.
E per far nascere dentro il bisogno di crescere umanamente e di guardarsi dentro, bisogna che sia viva e accesa, in chi lavora con gli studenti, la consapevolezza che istruire non è solo trasmettere conoscenza. E’ soprattutto suscitare curiosità intellettuale e introspezione in chi impara. E quindi sollecitare il rito ineliminabile di scoprire, di creare. Istruire è sollecitare conoscenza ma anche destare curiosità e sviluppare creatività.
L’essere umano è il soggetto della conoscenza ma c’è una parte del cervello che è invece destinata con priorità a fare dell’essere umano un essere creativo, non solo cognitivo. La cultura è, certo, cognizione ma è anche creazione e non solo creazione da parte di chi insegna ma anche da parte di chi impara.
Ecco perché saluto come un fatto positivo che una preside dipinga. E cioè tenti di manifestare ciò che sente dentro “e da quel modo vada significando”, come diceva Dante.
I quadri che ho potuto vedere, tra l’altro, sono belli: non sono una pura ripetizione dell’immagine naturale ma si fondano essenzialmente sull’intreccio di colori: danno al colore una funzione principale, essenziale, che è impresa rischiosa, difficile.
Il colore è la carnosità dell’immagine, è sempre carne, passione.
prof Luigi Berlinguer, ex ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Roma, 6 maggio 2020
C’è anche un tacco di donna “che naviga solitario”, non sarà mai la sua Calabria?
Non sono un critico d’arte, non sono un esperto di pittura, ma questi quadri raccontano che Anna Maria all’improvviso ha oltrepassato un confine.
Attilio Bolzoni, giornalista e scrittore
Roma, 6 maggio 2020
Fate Velaj, , artista
www.velaj.com
Tirana, 1 maggio
Mimmo Legato, artista
Rende, 29 aprile 2020
Dal nero elegante dello sfondo, emerge la luce intensa di inaspettate espressioni creative che altrimenti sarebbero rimaste ancora sconosciute.
Le prime opere erano ponti. Comparivano e ricomparivano con ostinazione sulle sue tele come fosse un invito ad attraversarli e superarli e a rendere visibili, in un’altra realtà, tutti i suoi sentimenti.
Ora linee e colori li trasformano in nuove composizioni, paesaggi fantastici apparentemente complessi.
Osservo le tele e sono di fronte ad episodi onirici diversi di una medesima scena mentale dove ognuno può azzardare, secondo l’umore del momento e la propria sensibilità,interpretazioni differenti.
Il filo conduttore è un sogno collettivo, al quale tutti possono accedere e partecipare, condividendo turbamenti gioie e mistero.
La profonda sete di dialogo e di comunicazione dell’artista ci fa liberamente acquisire ed assimilare la sua grande capacità di materializzare e smaterializzare il sogno.
Per l’osservatore coinvolto può così iniziare un Divertissement, davanti a questa tela oppure, davanti al Volo rimanere sospeso nei colori, su monti senza nome e paesi indefiniti, planando verso mari impetuosi; poi sedersi a riposare tra le radici di un albero cosmico che collega la terra al cielo. Vorrebbe pure lui prendere il volo, con le ali di un uccello ospite della sua chioma.
La tela “Radici e ali” manca di colore ma profuma di resine e possiede sonorità preziose.
Tutti i lavori di Anna Maria hanno profumi e suoni per chi, con fantasia, li sappia percepire senza aprire gli occhi.
Qui senti il suono velato ma intenso e penetrante di una viola mentre prepotenti, curiosi ed invadenti arrivano legni d’orchestra a disturbare in sottofondo.
Oboe, fagotto e controfagotto escono poi lentamente dal quadro, accompagnati da timbri nasali, incisivi e penetranti, per entrare in quello della quarantena ed arrampicarsi su sbigottite tazzine traballanti e colorate,incitandole ad uscire con loro dalla inquietudine della grata nera per raggiungere flnalmente il cielo blu e la libertà.
Sono queste alcune suggestioni offerte dal sogno collettivo al quale ,zoomando colori o sbilenche prospettive, ognuno partecipa aggiungendo,togliendo o inventando qualcosa.
La bellezza del gioco,la leggerezza del divertimento ce lo consentono.
Pure il finale ci fa riflettere e divertire;apri con timore il quadro intitolato: ”Sogno(2020) acrilico su tela”e subito si attenua la paura di dover incrociare un incubo di cupa interpretazione o complesse composizioni da districare.
Trovi invece, in un sogno normale che ti rassicura,un paesino arroccato sciolto nell’allegria dei colori.
Piccole case slanciate sui clivi,con luminose finestre e i tetti danzanti al suono di campane.
Forse in alto c’è pure una scuola.
Sogno è realtà ancora si rincorrono per scambiarsi speranze.
Gianni Zanoni, Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana
Roma, 8 maggio 2020
Tutto torna
Lo strappo del cielo non si cuce. Dubitano
se approfittare
di una così stupefacente occasione per fuggire
via proprio di là
le banchine dei porti e poi le vele,
le strade, le piazze e poi le case, i tetti: tutto ciò
– in definitiva – che non c’era
prima dell’uomo. Forse la terra era blu
allora – dicono – come non è più stata. Nessuno,
ha mai visto quel blu. Ora, che altro
possiamo fare se non consentire
che si aprano le acque, il mare, che si spacchino
le pietre, le montagne: la terra. Dovremmo
essere forse
laicamente Mosè, essere Giovanni, essere granelli
di senape. Riuscirci! E poi,
insomma, se c’è da sanguinare, se c’è da far cadere
strisce rosse affilate di paura, gocce
come semi, se c’è da cospargere
sangue su trapezi di deserto, beh, d’accordo, accetto
la sfida: sono fatto
di parole; apro le mie vene
che sanno di sale e di sabbia. Tutto torna.
Poesia di Michele Tortorici (poeta e preside, ex direttore della comunicazione del Ministero Istruzione Università e Ricerca), per Anna Maria De Luca
Velletri, 2 maggio 2020
Assunta Mollo, artista
Cosenza, 30 aprile 2020
Arcangelo Badolati, giornalista e scrittore
Cosenza, 1 maggio 2020
E’ possibile ammirarle sul sito www.annamariadeluca.it, “un mio quadro- ha raccontato – e’ nel Museo della legalita’ vicino a Reggio Calabria, dedicato ad Antonino Scopelliti. Ho esposto a Roma in alcune collettive, ora sto pensando a una mostra mia”. Quanto alle scuole e alla riapertura De Luca, con l’esperienza da preside, ha spiegato: “Il Covid e’ un moltiplicatore esponenziale delle risorse e dei limiti della scuola e di ogni singola persona, ragazzo e docente. E’ un’esperienza collettiva, ma anche personale e intima nella quale ognuno ha tirato fuori risorse che aveva messo nel cassetto. La riapertura sara’ un esercizio di flessibilita’ per tutti e sara’ necessario riorganizzare orari e turnazioni”. Intanto per resistere a questo periodo De Luca ancora una volta scommette sull’arte: “Ho avviato un corso online di pittura per docenti e ragazzi con la docente, bravissima, Elettra Porfiri. Bisogna ritrovare un senso di umanita’”. (Sim/ Dire)
Ecco, è proprio in questa formula pittorica che riconosco Anna Maria come una donna che vive il suo tempo, liberando i suoi sentimenti e i pensieri più intimi. Secondo me Anna Maria in questa fase sta cercando la sua vena coloristica, per esprimere al meglio il momento che sta vivendo, e che tutti stiamo vivendo. Ma sono sicuro che, con una attenta e assidua ricerca, potrà conquistarsi uno spazio anche nel mondo dell’Arte”.
Umberto Pozzi, artista del Collettivo-Oxford
Roma, 30 aprile 2020
Coronavirus, la preside e pittrice Anna Maria De Luca: “L’arte avrà un ruolo maggiore”
ROMA – “Speriamo, dopo questo Covid, in un nuovo umanesimo. Vedo che ci sono dei semi, che tanti stanno prendendo scelte radicali che non avrebbero preso in condizioni normali. E’ l’occasione per fare un punto con se stessi e mi auguro che l’arte possa avere un ruolo sempre maggiore, perchè è fondamentale per vivere. E’ una salvezza per tutti, è il bello che cura”. A raccontare la sua quarantena, immortalata in una tela che raffigura una ‘colonna’ di tazzine di caffè’ “verso un cielo blu”, intervistata da DireDonne, è Anna Maria De Luca, 41 anni, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo IC Fuscaldo, in provincia di Cosenza, che l’amore per l’arte e la pittura la coltiva da quando era bambina. “Prima di fare la preside- ha raccontato- facevo la giornalista e scrivevo di viaggi e i miei quadri sono proprio un viaggio, racconto quelli fatti, ma anche i viaggi interiori, le sensazioni e le emozioni. Non è una pittura figurativa, ma intimista”.
De Luca non segue modelli o tradizioni particolari, “vado in libertà” ha spiegato, inseguendo “paesaggi dell’animo” rimasti impressi e quella nostalgia per gli studi d’arte che non ha potuto fare nel suo paese, a Fuscaldo, “perchè non c’erano le scuole d’arte” a testimoniare come “i limiti territoriali condizionino le scelte”.
E’ stata l’insegnante più giovane d’Italia: a 19 anni sale in cattedra, dopo gli studi classici, e diventa preside a 32. Finora le sue opere “sono sempre sempre state chiuse nel mio nido e viste dalle persone piu care. In periodo di quarantena ho dipinto di più e ho deciso di tirarle fuori. La creatività e l’ arte possono aiutare”. E’ possibile ammirarle sul sito www.annamariadeluca.it, “un mio quadro- ha raccontato- è nel Museo della legalità vicino a Reggio Calabria, dedicato ad Antonino Scopelliti. Ho esposto a Roma in alcune collettive, ora sto pensando a una mostra mia”.
Quanto alle scuole e alla riapertura De Luca, con l’esperienza da preside, ha spiegato: “Il Covid è un moltiplicatore esponenziale delle risorse e dei limiti della scuola e di ogni singola persona, ragazzo e docente. E’ un’esperienza collettiva, ma anche personale e intima nella quale ognuno ha tirato fuori risorse che aveva messo nel cassetto. La riapertura sarà un esercizio di flessibilità per tutti e sarà necessario riorganizzare orari e turnazioni”. Intanto per resistere a questo periodo De Luca ancora una volta scommette sull’arte: “Ho avviato un corso online di pittura per docenti e ragazzi con la docente, bravissima, Elettra Porfiri. Bisogna ritrovare un senso di umanità”.
Silvia Mari
Link all’articolo
Massimo Razzi, giornalista
Roma, 10 aprile 2020
PPN, Prima Pagina News, 29 aprile 2020 Link all’articolo on line <br
Anna Maria De Luca, preside, giornalista freelance, fotografa globe trotter, scrittrice e ora anche pittrice
A 42 anni ha già un record tutto suo, risulta essere la preside più giovane della Regione Lazio, ma la sua vita è un continuo tourbillon in giro per il mondo.
L’artista che proviamo a raccontarvi oggi è una bellissima ragazza di origini calabresi, Anna Maria De Luca, dirigente scolastico, a Roma, nata a Paola il 18 dicembre 1978, e in ruolo dal 1° settembre 2012, è la più giovane dirigente scolastica del Lazio. Giornalista, laureata in “Scienze della Comunicazione” e in “Teorie e Tecniche psicologiche”, ha lavorato prima in giornali locali (Gazzetta del Sud, Provincia cosentina, Quotidiano della Calabria, Il Quotidiano della Sera) e poi, come freelance, per testate nazionali (La Repubblica, L’Unità, Il Sole 24 Ore inserto Sud) portando avanti inchieste sulle ecomafie ed in particolare sulle navi dei veleni.
Grazie alla rete e a internet i suoi quadri hanno già fatto il giro del mondo e uno dei grandi maestri della pittura moderna, il maestro Mimmo Legato la racconta in questo modo: “Se in questi ultimi anni non è facile distinguere, all’interno del mondo delle arti visive, stilemi, indirizzi, cifre, timbricità che acclarano e conclamano l’artista, la stessa cosa non possiamo dire delle apparenti rappresentazioni che imperversano, fragili ed effimeri, nei territori dell’estetica. E questo vale per Anna Maria De Luca.
Oggi, l’arte vive la multi sensorialità, una libertà assoluta lontana dai confini morfologici. Quell’arte intesa come struttura – forma – colore che ha solcato il ‘900, particolarmente il primo cinquantennio,ha perso la sua elasticità cromatica, il senso e l‘esempio della perizia tecnica, nonché la percezione sistematica di quell’emozione scatenante che sprigionava la creatività. Ciò rallenta magicamente la grammatica e la sintassi del segno, per dare sfogo al gesto, alla sintesi, allo spazialismo, alla materia. Questo breve riesame, chiarisce ed evidenzia che lo stato dell’arte sta sperimentando il suo massimo periodo di debolezza e di instabilità,a volte di caos”.
In siffatto contesto, osservando i dipinti di Anna Maria, – precisa il grande pittore- ti immergi in “una poetica di storie e comportamenti che tracciano le spinte propulsive di un’anima dal pensiero sensibile, passionale e travolgente del fare, del sentire e del cercare, dove l’espressione rappresentazione sbircia universi variegati, disposti nelle praterie intergalattiche del suo cielo. Ed è così che assistiamo ad un furore intimo in cui il colore, regista primario della scena, dirama le sue gradazioni cosmiche, dettando i trapassi ritmici, piegati, verso una sur-realtà dove il rigore della natura si allontana per trasformarsi in una fresca emozione interiore”.
Pittrice quasi per gioco, forse anche per evasione, o per dare un senso alla propria vita, o anche per fermarsi solo un momento, e anziché andare in giro per il mondo come ha fatto fino ad ora, dedicare il suo tempo a imbrattare tele candide usando colori forti, accesi, avvolgenti e accecanti, dal giallo al blu, passando per il rosso e il verde intenso della foresta amazzonica, e dando sfogo alle mille pulsioni intime che si porta dentro da bambina.
Come giornalista freelance di grandi testate italiane e straniere, tra le inchieste più importanti pubblicate, Anna Maria De Luca ne cita una in particolare, quella dedicata al tema delle “violazioni dei diritti umani in Italia”, e alla triste vicenda della clinica degli orrori di Serra d’Aiello (Festival internazionale di giornalismo di Pordenone). Premio Calabria 2004 di giornalismo e letteratura, Anna Maria De Luca collabora dal 2006 con il gruppo Espresso, dal 2010 con la rivista tedesca Spotlight Verlag e con il quindicinale Lavoro Facile. Ha seguito per Repubblica.it le udienze del processo Esma (raccolte nel libro “Vite senza corpi”, ed.Gorée). Dal 2008 al 2012 ha lavorato nel Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), per il “Gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della cultura scientifica e tecnologica” e per il “Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica” presieduti da Luigi Berlinguer, poi per i due Dipartimenti, ed in particolare per il lancio degli ITS (i nuovi istituti tecnici superiori). Fa parte del gruppo di lavoro ministeriale per l’Educazione ai media e scrive sulla Rassegna dell’Istruzione. Ha fatto parte del Cantiere I, il gruppo di lavoro che ha elaborato la riforma Renzi “La buona scuola” e nel 2004 ha lavorato in Avviso Pubblico, la rete di amministratori contro le mafie, occupandosi della formazione diretta alle scuole.
Nel suo caso “La combinazione di un mare, di un paesaggio,di un fiore o l’agglomerato di una città, perdono il loro significato per assumerne un altro. Una sorta di sotterranea metamorfosi – aggiunge Mimmo Legato- capace di parlare con la stessa spontaneità di una celeste avventura. Segni, forme, linee, materiali, presenti nei lavori di Anna Maria, sono sinonimi di una scrittura in cui si evidenzia l’oggettivazione del vissuto, dove le tessiture cromatiche parlano, con le loro strisciate e con le loro traiettorie, del suo stato esistenziale coniugandosi con l’inesorabile ricerca della fascinazione della vita. Un linguaggio che disvela il finito e l’infinito, il reale e l’irreale”.
E non solo pittura di grande effetto emotivo per lei, ma anche e soprattutto tanta letteratura anche. Gli ultimi suoi libri sono “Vite senza corpi. Verità e giustizia per i desaparecidos argentini”, edizione Gorèe (2009) – “Quel Giorno. Storie di vittime delle mafie nel racconto dei loro familiari” (ediz.Gruppo Abele), per il 21 marzo 2013 –“Non per il naso” (marketing olfattivo), novembre 2014 –“Nel cuore di chi resta”, edizioni Eraclea, 2015. Quanto basta, insomma, per capire che mai come nel suo caso arte letteratura poesia ed emozioni fisiche sono un mix della stessa medaglia, dettagli di una vita assolutamente turbolenta nevrotica e in continuo divenire, proiettata verso la ricerca dell’impossibile.
Si evince una forte carica emozionale, data dall’accostamento cromatico delicato e ben equilibrato. Colori che danzano per esprimere forza e al contempo delicatezza.
Si legge la determinazione di fuggire da un contesto caratterizzato da emozioni negative, segnate da quel vortice cromatico di contrasto. Quell’allontanarsi da una condizione di umiliazione e sottomissione, per riemergere dalle acque, lasciano trapelare la forza, la caparbietà della donna.
Merilia Ciconte, scrittrice
Cosenza, 1 maggio 2020
“Mi piacciono i quadri di certi pittori che si perdono nella luce come De Staël e tu credo ti ci perda bene, ma non solo, ti perdi anche in compensazioni in una ricerca, un’ accumulazione o sterminio di concavi e convessi, che in narrativa mi ricorda certe magie sghembe del più grande narratore della mia terra che è Calvino, e forse non solo della mia terra. C’è qualcosa che se non lo sapessi non lo potrei intuire ma lo so perché l’ho visto e l’ho letto. Si chiama massima distanza mediterranea senza ostacoli: è ciò che si vede dalla costa di Cosenza: l’occhio si perde e non trova nulla o tutto ma prosegue fino allo stretto. Abituare l’occhio a quell’esercizio (lo lessi nelle opere di Minervino e lo ascoltai da lui) è un privilegio. E tu quella specie di ginnastica dell’occhio l’hai fatta, l’hai anche piantata lì per andartene a Roma e altrove, ma tornando a Cosenza l’hai ri-scoperta. In “Altra dimensione” ad esempio.
Marino Magliani, scrittore
Amsterdam, 30 aprile 2020
Ho avuto l’opportunità di conoscere Anna Maria in occasione di un incontro, breve ma intenso, durante un suo viaggio di lavoro ad Amsterdam di qualche anno fa.
Mi era stata presentata dall’amico e scrittore Marino Magliani in modo forse pittoresco come una “vecchia antropologa”. Una sintesi creativa probabilmente di spirito letterario ma che, in fondo, non era affatto lontana dalla realtà. Infatti, a prescindere dal fatto evidente che Anna Maria era una giovane donna, ne ho ricavato l’impressione di una persona di matura esperienza interculturale, aperta al mondo e alla sua diversità, ma allo stesso tempo saldamente ancorata alle radici più profonde della sua identità italiana e mediterranea.
Una persona dotata di particolare sensibilità con cui poter intessere una conversazione ricca e piacevole su una molteplicità di temi, dal sacro al profano.
Insomma sì, davvero una sorta di giovane antropologa.
Alessandro F.G Mazza, NETS Consulting – Psicologo e Personal Coach
Amsterdam, 1 maggio 2020
“Mi piacciono i quadri di Annamaria
Né artista né critico son’io, ma un fruitore appassionato dei frutti regalati dai pittori sì, questo mi sento; e considero la pittura come la forma artistica solo apparentemente più immediata ma in fondo la più intimistica. E la pittura di Annamaria è una pittura intimistica, oserei dire, tanto riesce ad arrivare al cuore dell’umanesimo, alle sue ma anche alle nostre emozioni. Pittura, la sua, di emozioni, che emozionandomi mi spinge – per esprimerla – a ripensare alle basi del linguaggio parlato, alle vocali, che mi ispirano, nella loro semplicità, la giocosa formazione di un acrostico, nel quale, come uno scrigno ritrovato, rinvengo pulsioni e sentimenti all’ osservare le sue pennellate policrome, le sue forme, quelle definite e, ancor più, quelle appena accennate.
A come armonico, perché mi sembra che la vocazione di Annamaria sia una vocazione globale ad abbattere mura, a lanciare ponti verso il contesto che la e che ci circonda;
E come etereo, perché lo sforzo di non indugiare mai più di tanto nella lusinga di facilitare la penetrazione dei suoi significati lo colgo come sfida raggiunta;
I come irrituale, in quanto le opere sembrano un omaggio, ognuno per sé, alla caratteristica dominante e resiliente della vita e del mondo, cioè alla diversità;
O come occasionale, dal momento che le tematiche che Annamaria ti lascia intravedere sembrano ‘cogliere l’attimo’ in maniera costante;
U come ubiquitario, per alcune sue allusioni ad un espressionismo un po’ naif tipico di un mondo infantile che, solo, riesce a vivere tutto come un tutt’uno”.
Salvatore Magarò, ex presidente Commissione antimafia Regione Calabria
Rende, 22 aprile 2020
Linda Isabella Lidia Giannini, coordinatrice nazionale di ENO, ENvironment Online, rete globale di scuole e comunità per lo sviluppo sostenibile
Roma, 24 aprile 2020
Forme concrete, precise, che alludono a momenti di felicità o di angosce, a desideri nascosti, ma anche slanci improvvisi, luminosi, fantastici, inaspettati. Una persona, Anna Maria, con uno sguardo d’artista, nel senso puro e semplice di una donna con spiccate attitudini alla creatività. Capace di far convivere in sé una gamma di sentimenti umani, tutti vissuti intensamente, e spesso in contraddizione fra loro.
I suoi quadri denunciano insicurezza e affermazioni perentorie, mostrano infinita dolcezza e improvvise asperità, lanciano segnali amorevoli, ma anche ostili, messaggi “sgarbati” o di assoluta compostezza, i colori e le forme svelano molto spesso genialità e belle intuizioni cromatiche.
Carlo Ciavoni, Repubblica
Roma, 26 aprile 2020
Très beaux cadres, des couleurs merveilleux: une facon superbe et essez speciale. Merci Anna, mes compliments chére artiste.
Hosni Hosni, guida nel deserto della Tunisia
Douz, 2 maggio 2020
Pamela McCourt Francescone, giornalista TTG Roma, 27 aprile 2020
“Sembra percepirsi un desiderio, reiterato, di evasione.
Di evasione in un mondo naturale idealizzato ma,in concreto,sfuggente o limitato o ostile: un caos, talvolta, quasi primigenio, non appagante, sfuggente perché dilatato
o frantumato; ovvero brandelli evocanti solitudine: sospesa nel vuoto od oppressa,
reperto abbandonato,da temperie o eruzioni incombenti.
Qualche visione figurativa sfuma nell’onirico o esprime minaccia:per esempio,da un aspro contesto rupestre ostico, ostile.
In sintesi: una evasione apparente, ma solo o, in prevalenza, interiorizzata, spesso circoscritta nei limiti di figure geometriche chiuse, non sempre intersecanti”
avv.Giancarlo Maniga, avvocato del processo contro l’ex-SS Erich Priebke
Milano, 29 aprile 2020
Le sue opere sono, per me, molto belle: fanno trattenere il respiro.
In termini filosofici, mi verrebbe da dire che cercano di esprimere la “cosa in se’” di kantiana memoria: l’essenza delle cose, nella sua polivalenza e drammaticità.
In termini psicoanalitici, direi che mi paiono il risultato di un lavoro onirico fatto in veglia: il modo migliore per elaborare e provare a descrivere l’esperienza dell’impatto con il reale. Complimenti. Un cordiale saluto,
Giuseppe Scoti, psichiatra e psicoanalista della Società Psicoanalitica italiana
Coaenza, 29 aprile 2020
Ho incontrato Anna Maria nel 2019, ho subito percepito in lei una forte vitalità e sensibilità e quando ho visto i suoi dipinti ne ho avuto la conferma.
Anna Maria crea quello che sente. Dipingere per lei è una necessità, un mezzo per guardare nel proprio mondo interno. L’arte di A.M. è una pittura genuina, sincera, senza artifici, immediata e diretta; è un’indagine introspettiva, quasi terapeutica, attraverso linee, forme e colori del tutto peculiari.
Ciò che l’artista esprime si intravede in forme ora bizzarre, geometriche, alle volte indefinite; in presenze nascoste di paesaggi surreali sospesi nel tempo e nello spazio. Le rappresentazioni non sono una negazione del reale e della realtà razionale, ma si compenetrano con il mondo irrazionale e intimo. Condensazioni di immagini e oggetti reali seguono il filo dell’esperienza esistenziale dell’artista, diventando ponte con quel mondo e quella realtà invisibile che è la propria anima.
I colori sono vivi, forti e decisi, ma mai violenti; sono stesi direttamente sulla tela, senza un disegno preparatorio, come per fissare, afferrare l’immagine del momento prima che sfugga. Utilizzati per costruire rappresentazioni significanti, se non propriamente narrative, atte piuttosto a condensare un’idea; ecco, allora, che le pennellate seguono il fluido interiore per trovare e dare una qualche forma a domande e risposte. Il colore è , dunque, quel tanto di astrazione che consente di collegarsi alla dimensione spirituale della materia terrena.
Storia di natura e ritratti dell’anima lasciano spazio affinchè il fruitore possa immergersi nelle linee, nelle forme e nei colori per trovare attraverso il proprio immaginario altre figure , quelle delle proprie emozioni.
Guardare le opere di A.M. è come uno stare in sospeso nel qui e ora, come in attesa di conoscere un segreto, ciò che ancora non si è rivelato alla coscienza.
Rosita Camera, arte terapeuta e critico d’arte
Roma, 30 aprile 2020
Quando sarà passato questo momento particolare, riusciremo a guardare indietro e a cercare qualcosa nella nostra vita che è cambiata. Forse radicalmente, come un modo di vivere; oppure, semplicemente, un atteggiamento, un modo di pensare, un interesse.
Magari non ce ne rendiamo conto, consciamente, di quanto l’isolamento, lo sradicamento dalle nostre abitudini possano avere influito sul nostro essere ma di certo ci sono tanti modi di esprimere i nostri sentimenti più intimi.
Uno di questi è l’arte. Senza scomodare autori come John Dewey e la sua “L’Arte come esperienza” chiunque nella sua vita ha sperimentato la forza dell’espressione artistica come catarsi personale o semplice emozione. Attimi di sfogo, di liberazione di energie che, non necessariamente, devono essere negativi. L’espressione più intima di sé, quella che magari non si riesce a confessare nemmeno a se stessi, esce libera da ogni censura mentale, scevra da quella timidezza di pensiero che, talvolta, ci autoinfliggiamo.
La mano sulla tela vola senza ostacoli e allora l’importanza della tecnica e della materia scompaiono. Rimangono solamente l’io e il supporto, unico confine fisico della mano.
Quando ci si appresta a “leggere” un quadro conoscere l’autore, in questo caso, l’autrice, può essere un’arma a doppio taglio. Da una parte si penetra più profondamente nella sua psicologia, nella sua biografia, nel suo pensiero; dall’altra si rischia di relativizzare la lettura secondo degli schemi mentali preconcetti che, involontariamente e inconsciamente influenzano la lettura.
In questo caso, conosco bene il travaglio che sta vivendo l’autrice in questo periodo costretta dal virus lontano da casa e dal suo impegno professionale come dirigente scolastico nel suo paese in Calabria. Un impegno portato avanti con una serietà e uno scrupolo raro che dà ottimi risultati nonostante le difficoltà e le pastoie che le si parano dinnanzi. Potrebbe essere facile scorgere nel quadro una scena marina con l’acqua che turbina sconvolta dalla tempesta, con alte onde e l’acqua che mulina bianca di schiuma per infrangersi su scogli aguzzi. Un mare casa del leviatano che sembra uscire dalle sue profondità. Chissà quante volte avrà visto questa scena dalle sue finestre sul mare!
Ma guardiamo meglio! Sono veramente onde quelle che vediamo? O, piuttosto, non è una notte in montagna livida e gelida ma serena con la luce azzurrognola della luna che crea giochi di ombre e un lago glaciale che precipita in una cascata dai mille rivoli?
Ecco una duplice lettura dove l’una contraddice l’altra. In comune c’è la forza della natura dove l’essere umano è totalmente assente. Da una parte lo scatenarsi delle forze, dall’altra il continuo ripetersi del ciclo circadiano. Violenza, travaglio, sgomento contro pace, tranquillità e tenerezza.
Qual è la corretta interpretazione e a chi spetta? Credo a nessuno, ognuno è libero di vedere quello che gli pare secondo il proprio stato d’animo e non sarebbe nemmeno giusto chiedere all’autrice quale fosse il suo e cosa volesse esprimere in quel momento.
Graziano Capponago del Monte, direttore di SvizzerAmo
Roma, 1 maggio 2020
La pittura di Anna Maria esprime una visione molto personale della soggettività del mondo visto attraverso il cuore.
La percepisco come una metafisica con una forte fisicità, con un sottofondo di malinconia decorato con dei divertissement, che rievoca l’incanto del piccolo principe, e la fiabazione saggia di tanti principini che albergano nella sua sensibilità. Mai noiosa, né respingente, a tratti un po’ confusa, altri divertente ed ironica. Brava.
Maria Rosa Vuono, assistente sociale e giornalista
Cosenza, 2 maggio 2020
Ottavio Fattorini, dirigente scolastico fondatore delle scuole DADA
Roma, 2 maggio 2020
Come nelle tempeste peggiori, da qualche parte un angolo di cielo. E quel chiarore accompagna tutto, anche la tela che dedica all’incredibile pandemia da coronavirus di quest’anno davvero eccezionale. Nelle immagini astratte che Anna Maria dipinge, il chiarore è sempre in alto. C’è una ricerca di Alto, spiritualità, Altrove che permea i suoi lavori e svelano molto di sé. I toni del blu che sfumano nel violetto in basso e nell’azzurro in alto, il grigio che si stempera, il nero che sbianca.
Anna Maria ha sempre un fondo di speranza, più che di ottimismo ad ogni costo. Ma guai a ritenere i suoi lavori come un’opera riflessiva. Still waters run deep, le acque tranquille sono profonde: e nel profondo di Anna Maria tanto si agita. Ecco In & Out, il trittico nel quale le montagne nitide sembrano una protezione contro una città in cui le case si affastellano l’una sull’altra con un senso di verigine; e ancora l’impeto forte, come dell’onda che frange sul flutto: una forza indomita che chiede solo di essere rivelata. Quella forza che c’è anche in Giochi, con un’estrema sensazione di movimento o la sua Idea di città, quasi come una pinna di balena a fendere l’Oceano. Una città, sia essa la Roma che ama, o la San Lucido della sua Calabria, che dal mare viene e al mare si aggrappa. Si tratta di un dialogo che promette molto: e la tela non manca di supportarlo.
Antonino D’Anna, direttore e fondatore de Il Garage de l’Alfista
Milano, 2 maggio 2020
Viaggio alla ricerca dei paesaggi dell’anima
di Pietro Ricciardi, direttore di MondoinTasca, 2 maggio 2020
Stare in casa e continuare a viaggiare fuori e dentro noi stessi. Storie, emozioni, racconti non con la penna ma con tela e pennello. È quello che ha fatto Anna Maria De Luca durante la quarantena
Nel tempo sospeso da Covid-19 non tutto è fermo. Il coronavirus ha bloccato gli spostamenti, ma chi ama viaggiare non vi rinuncia, neanche in quarantena. C’è chi, come l’amica e collega Anna Maria De Luca ha iniziato a esplorare e viaggiare nei paesaggi dell’anima. Un viaggio alla ricerca interiore raccontato non con l’uso di parole, con carta e penna, di cui pure è brava, ma trasferendo emozioni e sensazioni con il pennello su tela. Viaggi, luoghi e incontri entrati dagli occhi, impressi nella pelle e restituiti sulla tela bianca. È una pittura intimista che dipinge il ponte tra il visibile e l’invisibile.
“Per anni – spiega a MondoinTasca – dai colori affiorava puntualmente un ponte, solitario ed etereo: me lo ritrovavo lì, e se provavo a cancellarlo ricompariva in forme diverse. Decisi quindi di seguirlo, cosi come quando si scrive un romanzo e i personaggi prendono vita propria e ti ritrovi ad inseguirli: è il ponte tra ciò che si vede e ciò che si sente, tra l’esperienza e la percezione dell’esperienza”.
Viaggio alla ricerca dell’anima del luogo
Dall’idea di città che nasce dalle profondità dell’acqua e dell’anima primitiva dell’uomo “amo viaggiare alla ricerca dell’anima del luogo e con persone che sappiano vivere senza tempo l’intensità di tutti i secoli”. Le opere le raccontiamo con l’aiuto dell’autrice, mostrandole anche nella Foto Gallery.
“In e out”, dentro e fuori è un trittico in cui si mette in gioco in prima persona raccontando il viaggio da fuori a dentro di sé. Nel primo quadro, un paesaggio silenzioso senza presenza umana, con una casa mezza decaduta e un fiume;
il secondo quadro è uno zoom sul fiume, ci si accorge che la pietra ha occhi;
nel terzo entriamo dentro la pietra, dentro il forziere, in un mondo vivo e intenso, frizzante di figure, simboli, scogli.
Viaggio alla ricerca della luce
E poi ci sono le persone. “L’incontro”, il racconto di una esplosione di luce e bellezza nata da un primo gentile contatto pelle a pelle. L’immagine mostra il sereno paesaggio onirico di “Rinascita”. Infine, uno dei quadri a cui più tiene: “Juntos”. Si racconta l’amore ideale: un uomo e una donna si trovano uno di fronte all’altra. Dopo essersi attesi da secoli, in una dimensione altra dalle due loro vite che si intrecciano e scorrono sopra di loro, a formare il tetto di una grotta bianca. Nonostante il tempo, rappresentato in primo piano come una corrente viola che guarda ma non interviene, scorre in modo naturale ed inesorabile.
Alcune tele raccontano problemi universali: In “Pensieri” è evidente l’incomunicabilità: i pensieri spingono per uscire all’esterno ma si perdono nel labirinto delle incertezze. Il quadro “Passione” è fortemente chiaro nella sua potenza elegante: forti pulsioni, correnti blu, spingono il desiderio ad esplodere in un’onda spumeggiante su un cielo rosso. E poi il quadro che racconta la sua vita e che infatti è in home page sul suo sito (www.annamariadeluca.it): tacco di donna che naviga solitario nell’oceano con, alle spalle, la spiaggia e di fronte un vulcano in terre sconosciute.
GALLERY
Ho conosciuto Anna Maria De Luca qualche anno fa…mi ha subito colpito il suo modo di essere profonda e altruista.Non sapevo che fosse anche una artista…piacevolmente ho scoperto il suo sito https://www.annamariadeluca.it/ e sono rimasto estasiato dalle sue opere.
Complimenti! Rispecchiano una profondità di animo, un interrogarsi, un dimostrare saggezza nelle mani. Vi invito a visitarlo con attenzione.Lo specchiare delle emozioni nell’arte del dipingere. Grande!
Vito Crea
Bovalino, 3 maggio 2020
Osservare i colori delle opere pittoriche di Anna Maria aiuta ad affinare il nostro sguardo “estetico”. Lei non ha utilizzato e riprodotto, semplicemente, i colori osservati nella realtà ma Piuttosto, come i grandi artisti, ha creato un suo linguaggio cromatico che costituisce una precisa firma stilistica.
Mario Tosti, fotografo Regione Calabria
Cosenza, 3 maggio 2020
Conosco Anna Maria De Luca da parecchi anni! Una donna con voglia e capacità di apprendere! Ce la mette sempre tutta con spese e sacrifici incredibili!
Quando vuole raggiungere un obiettivo ci riesce sempre! O quasi! Non per nulla è la più giovane dirigente scolastica d’Italia !!! Nell’arte poi ti fa rimanere a bocca aperta!
Ammirare un suo quadro si rimane estasiati! Senza parole! Ti prende dentro! Super coinvolgente! Bravissima
Gregorio Corigliano, RAI
Cosenza, 3 maggio 2020
don Pietro De Luca
Paola, 16 maggio 2020
Prima Pagina News del 10 giugno 2020
“Anima”, Anna Maria De Luca e Massimo Centaro, a Ronciglione gli artisti che dipingono l’invisibile
https://www.primapaginanews.it/articoli/-anima-anna-maria-de-luca-e-massimo-centaro-a-ronciglione-gli-artisti-che-dipingono-l-invisibile-474929
Non poteva esserci posto più sincronicamente significativo, nel senso junghiano del termine, per la mostra “Anima”: la galleria “Aura”, nel cuore di Ronciglione. Si palesa cosi, anche nella location, quella relazione nei fenomeni sincronici e nella loro a-causalità raccontata nei dipinti di Anna Maria De Luca: un viaggio nei paesaggi dell’anima, nelle immagini della psiche concreta che contengono il segreto della materia.
Con “Anima”, Stefano Cianti, pittore e performer, inaugura l’11 giugno presso lo spazio espositivo “Libreria Aura” il suo progetto “Un Attimo d’ Arte”: due anni di iniziative culturali e mostre (sulla pagina Facebook “Spazio Un Attimo d’ Arte”). Cianti ha scelto di aprire con la mostra degli artisti Anna Maria De Luca e Massimo Centaro, diversi nelle tecniche e nelle storie ma accomunati dalla passione di dipingere l’invisibile.
Centaro inizia a dipingere nel 1976. Prima mostra a Siracusa, nella basilica dei Cordari, il 16 giugno 1980. “Fu l’imprinting della mia carriera artistica: era la mia prima personale. Il tema: il tempo. Tele scolpite da artigiani di piazza della Minerva, tondi, mezze lune, triangoli. Il passaggio del tempo incatenato alle fotografie presentate sulla città di Viribonia, abbandonata nel 609 per la peste. Un rifacimento della battaglia di Anghiari e la prima opera dipinta in accademia a Roma. Ore e ore di lavoro nascosto, sotto terra: non avevo uno studio,, dipingevo in un garage e dopo in una cantina, sotto terra. Tutta passione e furore. Le tecniche e le ricerche cromatiche si rincorrevano ma tutte destinate alla intraducibilità di un dolore e una gioia incomunicabili, centinaia di opere e mostre solo a testimoniare che Amor vincit omnia. La mia ricerca trova ora completezza nella ricerca di giovani talenti come Anna Maria De Luca, la pittrice multitasking (www.annamariadeluca.it). Atmosfere da brivido calcano un’anima creatrice. Nihil difficile volenti, grazie Anna Maria!”.
“Jung considera la psiche e la materia come aspetti di una “unità” non divisa, inaccessibile per via diretta, in contatto permanente, supportate da fattori trascendenti incomprensibili. Nei miei quadri le pennellate sono materia e psiche, insieme, diluite in una racconto di trascendenza, sogno, desiderio. Ringrazio molto Stefano e Massimo per l’opportunità di esporre nella galleria Aura, un luogo raccolto e intimo, perfetto per questi quadri, per me cosi intimi, che vengono esposti per la prima volta. Un filo sottile ci lega: Aura – Anima. Credo – commenta Anna Maria De Luca, dirigente scolastica e giornalista – che niente avvenga a caso: questo potrebbe essere il primo passo di un percorso imprevedibile ma sicuramente bello da condividere insieme. Vi aspettiamo, dall’11 giugno all’11 luglio, a Ronciglione!”.
Galleria Aura, dall’11 giugno Anima
Piazza Vittorio Emanuele, 13 –
Ronciglione (VT)
Orari
Dal martedi al sabato
10.00 – 13.00
17.00 – 20.00
Domenica dalle ore 10.00 – 13.00
CONTATTI: Tel.3276159345 – Email:libreria2020aura@gmail.com
CULTURA. RONCIGLIONE, APRE MOSTRA CON OPERE DI CENTARO E DE LUCA IN GALLERIA AURA A PIAZZA VITTORIO EMANUELE, PROVINCIA DI VITERBO
(DIRE) Roma, 10 giu. – Con ‘Anima’, Stefano Cianti, pittore e performer, inaugura l’11 giugno presso lo spazio espositivo ‘Libreria Aura’ il suo progetto ‘Un Attimo d’Arte’: due anni di iniziative culturali e mostre (sulla pagina Facebook Spazio Un Attimo d’Arte). Cianti ha scelto di aprire con la mostra degli artisti Anna Maria De Luca e Massimo Centaro, diversi nelle tecniche e nelle storie ma accomunati dalla passione di dipingere l’invisibile.
Centaro inizia a dipingere nel 1976. Prima mostra a Siracusa, nella basilica dei Cordari, il 16 giugno 1980. “Fu l’imprinting della mia carriera artistica: era la mia prima personale. Il tema: il tempo. Tele scolpite da artigiani di piazza della Minerva, tondi, mezze lune, triangoli. Il passaggio del tempo incatenato alle fotografie presentate sulla citta` di Viribonia, abbandonata nel 609 per la peste. Un rifacimento della battaglia di Anghiari e la prima opera dipinta in accademia a Roma. Ore e ore di lavoro nascosto, tutto terra: non avevo uno studio, dipingevo in un garage e dopo in una cantina, sotto terra. Tutta passione e furore. Le tecniche e le ricerche cromatiche si rincorrevano ma tutte destinate alla intraducibilita` di un dolore e una gioia incomunicabili, centinaia di opere e mostre solo a testimoniare che Amor vincit omnia. La mia ricerca trova ora completezza nella ricerca di giovani talenti come Anna Maria De Luca, la pittrice multitasking (www.annamariadeluca.it). Atmosfere da brivido calcano un’anima creatrice. Nihil difficile volenti, grazie Anna Maria!”. “Ringrazio Stefano e Massimo per l’opportunita’ di esporre i miei quadri nella galleria Aura, nel cuore di Ronciglione. Un filo sottile ci lega: Aura-Anima. Credo- commenta Anna Maria De Luca, dirigente scolastica e giornalista- che niente avvenga a caso: questo potrebbe essere il primo passo di un percorso imprevedibile ma sicuramente bello da condividere insieme. Vi aspettiamo, dall’11 giugno all’11 luglio, a Ronciglione!”.
Ecco gli orari della mostra:
Dal martedi al sabato 10 – 13 17 – 20 Domenica dalle ore 10 – 13.
Contatti: 327615934 e libreria2020aura@gmail.com
(Comunicati/Dire)
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10-06-20